Potrei dire che il metodo che pratico è quello che sono. Tutte le formazioni, esperienze e aperture
a prospettive di valutazione e cura diverse mi hanno espanso fino a cercare di essere cassa di risonanza per il sentire dell’altro e insieme, con basi ritmiche e melodiche diverse per ognuno, mi propongo di facilitare la composizione di una sinfonia personale che esprima il senso e il valore del proprio viaggiare nell’avventura della Vita.
I setting utilizzati possono essere individuali, nel percorso psicoanalitico, di gruppo nel Laboratorio di Conoscenza ed Espressione della Voce e di gruppo residenziali per i Seminari di Respiro
Integrato (Respirazione Olotropica)
Sono nata inquieta e con grande nostalgia del Luogo di provenienza.
Nel mio processo di umanizzazione, mai terminato, con le radici affondate nel cielo, mi sono guardata intorno e la cura degli altri mi ha ‘chiamata’ ed ancorata a questo mondo.
Quando a 16 anni sono diventata Pioniere della Croce Rossa, ho cominciato a capire che occuparmi degli altri curava soprattutto me e da allora il mio processo di guarigione evoluzione individuazione non si é più fermato, come il mio impegno ad offrire contributo alla salute degli altri.
All’Università mentre frequentavo Scienze Riabilitative (allora Terapia della Riabilitazione) alla Clinica per Malattie Nervose e Mentali ho capito che il disordine, le crisi di presenza, gli aspetti mentali devianti il comune senso dell’ordinario, mi riguardavano ed attraevano chi come me viveva lo spaesamento di quello che il ‘fuori’ chiamava ad essere in contrasto con i moti interiori.
Data la formazione di base di matrice organicista, sono stati dapprima gli aspetti della mente intesa come Intelligenza a guidarmi e a portarmi ad una specializzazione in Neuropsicologia negli States, dove oltre a fornirmi un assetto operativo pragmatico, mi ha fatto riconoscere l’importanza del lavoro di equipe. Ognuno con la propria specificità, ma con basi e finalità comuni.
Il mio processo migratorio in terreni interni ed esterni rendeva senso alla mia inquietudine e il tema del Viaggio è stato sempre fondante nella mia interpretazione del Vivere.
Ho cominciato ad occuparmi di bambini con difficoltà cognitive e di apprendimento e la possibilità di lavorare al Bambin Gesù mi ha offerto una finestra sul mondo di provenienze, culture, etnie, malattie e stati sociali disparati ed il camice bianco non mi attrezzava minimamente davanti all’enormità e complessità delle richieste. Dietro un sintomo c’erano strutture fisiche, psicologiche, culturali che chiedevano di essere considerate e messe in relazione. La capacità di ascolto empatico, il linguaggio comune per intendersi e la difficile pratica di controllare l’ansia e la paura di non avere risposte adeguate, non mi erano state insegnate e dovevo attingere alla mia esperienza personale e soprattutto all’intuito. Ma non bastava. Ho capito che dovevo continuare a studiare, attività mai cessata, e quello che mi affascinava e sembrava più urgente era capire come si installa la psiche in un umano. Personalmente stavo già facendo un percorso personale di psicoanalisi da un pó di anni. Grazie alla formazione della Tavistock Clinic of London ho imparato ad osservare e a vedere attraverso l’ascolto. Di me, dell’altro, senza separazione. Il terzo invisibile, il non detto, il campo energetico, l’inconscio, il sacro da allora mi sono stati sempre compagni e coautori del tema di consapevolezza che io e l’altro scrivevamo insieme.
Nello stesso periodo cominciavo uno studio sulla voce ed il canto (anche questo praticato sino ad oggi). Realizzavo e facevo l’esperienza che il corpo aveva un suo linguaggio, una memoria primordiale che cantando mi raccontava chi fossi e modificava l’idea di me e la narrazione musicale si sovrascriveva a quella del logos. Imparavo ad essere canale, strumento, aspirando ad una completa armonizzazione.
Sempre di più mi è stato chiaro quanto non ci sia separazione tra psiche, corpo, spirito.
Successivamente l’incontro con l’Etnopsichiatria, la Scuola di Mediazione Etno Clinica, mi hanno insegnato a valutare ed onorare le differenze: sociali, politiche, di culture, di genere, di età, di esperienze di vita e mi hanno offerto l’inestimabile privilegio di accompagnare in momenti, passaggi, a volte anche in fasi discontinue, tutti quelli che, a volte anche con richieste non focalizzate, venivano ad incontrarmi.
Insieme abbiamo cercato di fare di un sintomo, sia fisico che psichico, l’opportunità di addentrarci portando nei vuoti immagini, nel dolore speranza, nei fantasmi il nominabile, nei mali dell’anima la poetica, nei traumi il contatto e il rispetto delle resistenze, l’accettazione del limite.
La mia ulteriore formazione come Facilitatrice di Respiro Integrato con Piero Coppo e la formazione, ancora in corso, di Facilitatrice internazionale di Respirazione Olotropica mi hanno offerto l’opportunità di lavorare sugli stati non ordinari di coscienza. Avevo da sempre viaggiato molto, calpestato enormi territori fisici, ma questo percorso mi ha insegnato ad esplorare altre dimensioni, tra le altre quelle prenatali e transpersonali che la psicoanalisi non contemplava. Mi sono confrontata con strumenti di cura di altre culture, ho incontrato guaritori che operavano attraverso rituali di possessione, sciamani amazzonici con cerimonie rituali di Ayahuasca, ho praticato yoga e meditazione. Ho utilizzato queste esperienze come veicolo di ampliamento, di espansione della possibilità e legittimazione dell’Essere con declinazioni inclusive e validazione del tutto dell’umano repertorio mi appartiene’ e tutti gli ‘altri mondi’ mi sono in relazione.
L’incontro con la PNEI non ha fatto altro che integrare il modello scientifico sistemico con la mia istintiva strategia di intervento nel metodo di cura.
Nella pratica da anni lavoravamo insieme con la Dott.ssa Risi con la finalità comune di portare le nostre specifiche competenze in assetto interlocutorio e complementare fino all’avvenuta realizzazione di un sogno: creare un luogo di accoglienza e di cura insieme ad altri specialisti selezionati che potessero rispondere con progetti terapeutici a misura dei bisogni dei nostri utenti.
Abbiamo messo tutta la cura possibile per creare un luogo bello, perchè siamo convinte che la bellezza sia un gradiente importante per coniugare accoglienza e professionalità.
E perché siamo convinte che solo curando bene noi stesse possiamo essere in grado di curare gli altri
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